“Falerii Veteres”

La città, centro egemone dell’Agro falisco, fu conquistata dai romani nel 241 a.C. e il pianoro fu in parte abbandonato, mentre la popolazione si concentrò a Falerii Novi, città edificata a poche miglia. L’area dell’antica Falerii (Veteres) recuperò il proprio ruolo durante la guerra greco – antica e la città (Civitas), fu sede vescovile dal IX secolo.

Governata dai conti Sassoni per tutto l’XI secolo, la città tornò nell’ambito della Santa Sede, ospitando vari pontefici: si sviluppò allora l’edilizia ecclesiastica, come testimonia la costruzione della nuova Cattedrale. Durante il governatore di Rodrigo Borgia, futuro papa Alessandro VI (1492 – 1503), si edificò il Forte Sangallo i cui lavori si conclusero durante il pontificato di Giulio II (1503 – 1513).

Nel 1870, Civita Castellana entrò a far parte del Regno d’Italia e pochi decenni dopo si concretizzò la prima industrializzazione con lo sviluppo del settore ceramico, che garantì il progresso economico della città e dell’intero distretto che ad oggi è uno dei poli ceramici più grandi al mondo.

Stemma Comune di Civita Castellana

Nel cuore dell’agro falisco

Collocata su altissimi speroni di tufo e attraversata da profonde forre, Civita Castellana offre panorami di bellezza unica. Come il paesaggio che potete ammirare dal Ponte Clementino, che divide il centro storico dalla parte nuova del paese.

La cattedrale di Santa Maria Maggiore

La cattedrale di Santa Maria Maggiore è il principale luogo di culto di Civita Castellana, in provincia di Viterbo, chiesa madre della diocesi omonima. Ha la dignità di basilica minore; è sede di una parrocchia compresa nella vicaria Faleritana.

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Il Forte Sangallo

Il Forte Sangallo è una fortezza vicina al borgo storico di Civita Castellana, in provincia di Viterbo. Dal dicembre 2014 il Ministero per i beni e le attività culturali gestisce il forte e il museo nazionale al suo interno tramite il Polo museale del Lazio, nel dicembre 2019 divenuto Direzione regionale Musei.

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Forte Sangallo Civita Castellana

La Via Amerina

La via Amerina in epoca romana chiamata Via Annia, fu una via di collegamento interna che si articolava dalla Cassia nei pressi della Valle di Baccano percorrendo la fascia destra del Tevere parallelamente alla Via Flaminia. Il nome odierno è dato dal tracciato tra Faleri Novi e la prima città che raggiungeva Ameria.

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Museo della Ceramica Casimiro Marcantoni

Il Museo della Ceramica Casimiro Marcantoni documenta l’attività ceramica dalle origini artigianali al maturare della produzione industriale. E’ allestito all’interno dell’ex chiesa medievale di S. Giorgio, negli stessi locali in cui fin dal 1914 aveva sede la Regia Scuola Professionale per la Ceramica. Nel museo è ricostruita la storia della ceramica dalla fine del Settecento agli anni 60 del Novecento, con particolare attenzione alla storia del lavoro, all’archeologia industriale, alla storia dell’arte e della tecnologia ceramica. La denominazione rende omaggio a una delle figure più importanti della produzione ceramica cittadina, Casimiro Marcantoni, audace imprenditore ceramista, fondatore della fiorente Fabbrica Marcantoni. 

Negli spazi espositivi è possibile ammirare vasellame e stoviglie di pregio create nelle prime manifatture locali come la Fabbrica Treja della fine del XVIII secolo, per proseguire con la produzione artistica del Novecento documentata dalle ceramiche provenienti dalle storiche fabbriche di Civita Castellana come la Sbordoni, Marcantoni, Percossi, Faci, Maisc, Vaselli, Coramusi, ognuna con uno stile peculiare e diverso, che rendono l’arte ceramica civitonica eclettica e multiforme. Nel museo c’è anche una sezione legata agli aspetti tecnici e al lavoro artigiano, tra strumenti, stampi e attrezzi è esposto un tornio autentico degli anni Cinquanta appartenuto al ceramista Osvaldo Cirioni. La collezione è arricchita inoltre da una selezione di oggetti orientali degli inizi del XX secolo della collezione privata di Ulderico Midossi, fondatore nel 1914 della Regia Scuola Professionale per la Ceramica situata nell’attuale sede del museo.

Via Antonio Gramsci 3, Tel. 3392077494, museo.ceramica.marcantoni@gmail.com